© 2023 Alessio Barosio
Consulente finanziario Azimut

Cos'è l’inflazione e com'è la situazione in Europa

Cos'è l’inflazione e com'è la situazione in Europa

L’inflazione è l’aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi di beni e servizi in un determinato periodo di tempo, che genera una diminuzione del potere d’acquisto della moneta. In altre parole, l’inflazione è il tasso di crescita dei prezzi dei beni e dei servizi che si verifica in un’economia.

L’inflazione può essere causata da diversi fattori come l’aumento della domanda di beni e servizi rispetto all’offerta disponibile, l’aumento dei costi di produzione, la crescita della quantità di denaro in circolazione e la diminuzione del valore della moneta .

Per calcolare il tasso di inflazione si utilizza l’indice dei prezzi al consumo (IPC), che misura la variazione dei prezzi di un paniere di beni e servizi rappresentativo delle abitudini di spesa delle famiglie italiane.

L' inflazione reale corrisponde al tasso d’inflazione così come misurato dall’indice dei prezzi al consumo, mentre l’inflazione percepita corrisponde al tasso d’inflazione così come misurato da un’indagine di opinione condotta sulle famiglie.

Importantissima è la definizione dell’inflazione core.

L’inflazione core è la misura dell’aumento medio dei prezzi (e della diminuzione del potere d’acquisto della moneta) che non tiene conto dei beni che presentano una forte volatilità di prezzo, in particolare quelli dell’energia e quelli alimentari. Questa misura esclude i beni dell’energia e quelli alimentari, perché i loro prezzi sono molto più instabili.

A giugno 2023 l’inflazione in Europa o, meglio, nell’area euro, si dovrebbe attestare al 5,5%, in calo rispetto al 6,1% del mese precedente. Ma, ovviamente, si tratta di una media dell’inflazione che viene registrata nei Paesi che, appunto, usano l’euro come moneta ufficiale. Ma quali sono i Paesi "colpevoli" di un’inflazione che la BCE ritiene ancora troppo alta, e che per questo non solo ha portato i tassi d’interesse al 4% in pochi mesi, ma ha annunciato che altri rialzi ci saranno in futuro a partire da luglio?

Il Paese dell’eurozona con l‘inflazione più alta è la Slovacchia. A giugno del 2023 ha un indice dei prezzi all'11,3%, più del doppio della media stimata dall’Eurostat. Si tratta, infatti, di stime dato che molti Paesi dell’eurozona non hanno ancora comunicato il dato definitivo dell’inflazione a giugno. Ma la Slovacchia è una "buona" compagnia. Il secondo Paese con l’inflazione galoppante è l’Estonia che ha toccato il 9% sempre a giugno.

Come si vede il loro indice dei prezzi dall’inizio dell’anno è in rapida discesa, basti pensare che a gennaio di quest’anno la Slovacchia viaggiava con un’inflazione al 15,1% e l’Estonia al 18,6%. Numeri davvero impressionanti. Il terzo Paese che "trascina" l’inflazione media in Europa è la Croazia con l'8,3% che a gennaio era al 12,5%. Ma è l’andamento dell’inflazione in Lettonia che è impressionante, a gennaio era addirittura al 21,4% rispetto ad una media europea, sempre a gennaio 2023, dell'8,6%, mentre a giugno è riuscita a contenere la crescita dei prezzi all'8,1%.

L’inflazione in Europa trainata dai Paesi dell’Est

La maggioranza dei Paesi che hanno comunicato la stima dell’inflazione a giugno superiore alla media europea sono dell’Est, ma ci sono anche numerosi Stati dell’Europa occidentale che mostrano un andamento non in linea. A sorpresa, per esempio, sopra la media europea c'è la "frugale" Olanda con un’inflazione al 6,4% a giugno e, per giunta, è in crescita, ad aprile era al 5,8% ed è crescita al 6,8% a maggio per poi scendere, di poco, al 6,4% a giugno.

Ma non è questo il problema. Il problema è la Germania, a giugno ha fatto registrare un andamento dei prezzi in crescita del 6,8%, cioè 1,3% in più rispetto ai Paesi dell’eurozona. E' un problema non solo perché la Germania è l’economia trainante dell’Europa, ma soprattutto perché l’inflazione è in crescita, a maggio era al 6,3%, in calo, certamente, dal 7,6% di aprile, ma, comunque, un livello inaccettabile per Berlino. Non è, infatti, un segreto che sia proprio Berlino a fare pressioni sulla presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, per ulteriori aumenti dei tassi d’interesse che è praticamente l’unica arma a disposizione della BCE per rallentare la corsa dei prezzi.

Ma anche l’Austria deve fare ancora molta strada, il suo indice dei prezzi a giugno è al 7,8%, 2,3 punti percentuali in più rispetto alla media dell’eurozona. Se si volesse tracciare una linea di separazione che divida i "buoni" e i "cattivi", si potrebbe tirare questa linea tra l’Europa centro-orientale e tutti gli altri, i Paesi occidentali e meridionali. Unica eccezione a questa demarcazione, un po' manichea è Malta che, anche lei, è caduta nella trappola dell’inflazione con prezzi che a giugno 2023 è al 6,1%.

Ma la situazione di Malta è piuttosto tranquilla, non ha avuto nessuna oscillazione particolare dall’inizio dell’anno ad oggi, a gennaio era, infatti, al 6,8% ed è scesa gradualmente di circa 0,1 punti percentuali al mese.

Ma la Germania non ha solo questo, enorme, problema. Ne ha un altro l’andamento dell’economia. La Germania ha fatto registrare un andamento del Pil in calo dello 0,3% nei primi 3 mesi dell’anno. Significa recessione. E per l’economia più forte del continente, alla quale migliaia di aziende italiane sono collegate, la notizia è effettivamente allarmante.

Purtroppo l’Italia è nell’elenco dei Paesi che trascinano l’inflazione in Europa. Secondo le stime preliminari dell’Istat l’indice dei prezzi a giugno 2023 è al 6,7%. Anche in questo caso, è in calo dato che era al 10,7% a gennaio, ma non basta. I prezzi sono talmente alti che da inizio anno il governo Meloni ha introdotto una serie di sussidi per i redditi più bassi che potessero mitigare l’effetto dei prezzi al galoppo per le famiglie con i redditi più bassi.

Ma nel caso dell’Italia il problema è che il costo della vita appare ancora difficile da domare, tra marzo ed aprile (e questi sono dati definitivi, non stime) si è registrata una crescita improvvisa dei prezzi che sono saliti dall'8,1% all'8,6% per poi scendere a maggio all'8% a maggio e, appunto, al 6,7% di giugno.

Vediamo, adesso, quali sono i "buoni", cioè gli Stati dell’eurozona che hanno un andamento dei prezzi inferiore alla media dell’eurozona. In questa categoria il primo della classe è il Lussemburgo che a giugno ha registrato un’inflazione di appena l'1%, 1 punto percentuale meno del target che la BCE si è posta, cioè portare l’indice dei prezzi al 2%. Ecco il Lussemburgo si posiziona sotto alla media e sotto al target, e di molto.

Il secondo della "classe" è un pari merito, Spagna e Olanda sono entrambi all'1,6%, anche loro sono sotto il target della BCE. Il Belgio, in particolare, mostra un crollo dell’indice, era al 7,6% all’inizio dell’anno, comunque, sempre sotto la media dell’eurozona di allora, che era dell'8,6%.

Grecia e Cipro sono entrambi al 2,7%, quasi la metà dell’inflazione che sta vivendo la Finlandia che a giugno si attesta al 4,1%. Tra i "buoni" anche Portogallo, 4,7, Irlanda 4,8% e, soprattutto, la Francia 5,3%. Parigi è sopra al target BCE, certamente, ma è di 0,2 punti percentuali sotto la media dei Paesi dell’Eurozona ed è l’unico Paese tra i tre più industrializzati d’Europa a mostrare un contenuto andamento dei prezzi.
Cos’è l’inflazione e com’è la situazione in Europa